IL METODO FEUERSTEIN


Si basa su questi aspetti:


  1. l'idea della modificabilità cognitiva: l'esperienza modifica il cervello, ma il cervello modifica l'esperienza;
  2. il ruolo di mediatore dell'insegnante che aiuta a interpretare, ragionare e sopratutto a imparare ad imparare
  3. l'uso di strumenti didattici costituiti da schede di lavoro elaborate ad hoc


Di seguito un articolo che parla del metodo


ETÀ EVOLUTIVA TORNA IN AUGE UN METODO NATO PER I PICCOLI REDUCI DAI CAMPI DI CONCENTRAMENTO *** PSICOLOGIA
A scuola per pensare le emozioni
Come insegnare ai bambini il potere del ragionamento. Un metodo nato per aiutare i bambini reduci dai campi di prigionia nazisti, svela ancora nuove potenzialità
Hai 7 anni, stai giocando con i mattoncini: un compagno distrugge la tua costruzione. Tu che fai? Per un bambino capire che le risposte possono essere molte, e magari non immediate, è già un bel passo avanti. Un ulteriore passo, può essere l' immedesimarsi nell' altro e provare a riflettere sulle conseguenze che ogni reazione avrà. Fare tutto questo significa «imparare a pensare» le emozioni. Ed è «imparare a imparare», inteso come metodo che precede ogni altro sapere e abilità, il nucleo della teoria di Reuven Feuerstein. Allievo di un maestro della psicologia dell' età evolutiva, Jean Piaget, l' israeliano Feuerstein, occupandosi dei bambini sopravvissuti ai campi di concentramento e studiando le loro capacità di ripresa, si convinse che non solo l' esperienza modifica il cervello, ma anche che il cervello modifica l' esperienza: insomma è l' uomo che forma il proprio cervello. Le teorie di Feuerstein, conoscono oggi un vastissimo raggio di applicazione: dai bambini con handicap ai manager aziendali, ai piccoli bulli. Il metodo è diffuso in 23 Paesi, in Italia può contare su 16 centri ed è applicato in molte scuole. Ma che significa «pensare le emozioni» e che vantaggio dà? Risponde il figlio di Reuven, Rafi, ospite a Milano dell' Associazione Insieme Intelligenti: «Cognizione ed emozione sono due facce della stessa medaglia. Ma le emozioni sono singolari, instabili e irripetibili. Per regolarle si deve lavorare sulle "cognizioni" universali, stabili, facilmente trasmissibili e applicabili. Come passare dal livello emotivo al cognitivo? Prendiamo la situazione citata: qualcuno mi fa danno, io posso rispondere verbalmente o aggredire, ma posso anche decidere di condividere i giochi con l' offensore. Oppure posso fare tutte queste cose, e tante altre, in successione, ma secondo ordini diversi. Riflettere su queste possibilità e dare esplicitamente un valore morale ad ogni scelta significa passare dal livello emotivo a quello cognitivo». Due le parole chiave del metodo di Ravi Feuerstein: «tools», attrezzi, e mediazione. Gli attrezzi sono i gruppi di schede (come quelle illustrate) che vengono presentate ai ragazzi per innalzarne il livello di astrazione; i mediatori sono formati nei centri Feuerstein e il loro compito è facilitare l' elaborazione dei dati e la loro cristallizzazione. Commenta Roberta Garbo, docente di psicologia e didattica speciale all' Università Milano Bicocca: «L' uso di schede "neutre" in cui non si parla nè di un bambino specifico nè di fatti reali, permette di entrare con cautela, ma con efficacia, in quel negozio di cristalleria che è il mondo delle emozioni. Ma contano molto le competenze e la qualità della formazione del mediatore». «Il sistema Feuertstein può servire per prevenire il bullismo, molto più di punizioni o prediche, ma soprattutto può insegnare a pensare, a modificare il pensiero della persona elevandone le potenzialità. Non poco, specie in un mondo come il nostro dove le informazioni con un "clic" sono a portata di bambino», conclude Nicoletta Lastella, responsabile di uno dei Centri Feuerstein. Le cifre della prepotenzaPiccole storie educative *** Le cifre della prepotenza. Piccole storie educative *** Nelle aule Il 41% degli allievi delle scuole elementari dichiara di aver subito episodi di bullismo, lo stesso sostiene il 26% dei ragazzini delle medie superiori *** Data una situazione iniziale (a destra) ci sono tante reazioni possibili: il rimprovero o l' aggressione sono due di esse (sopra)In pubblico I bulli agiscono davanti a un minimo di quattro spettatori, il 54% dei quali osserva, il 21% sta col più forte, solo il 25% difende verbalmente la vittima
Natali Daniela 

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