La bellezza e gli ambienti di apprendimento


REDAZIONALE. 


Mallgrave presenta indagini che stabiliscono un nesso tra gli ambienti belli e il senso artistico e più in generale il senso estetico. Scrive ad esempio:  “la quantità di complessiva di prove che è stata accumulata negli ultimi dieci anni rende chiaro che l’arte, nelle sue molteplici vesti e caratterizzazioni, è una parte essenziale dell’esistenza umana e che il piacere che proviamo nell’attività artistica (sia che abbiamo scelto di usare la parola bellezza  o meno) è profondamente reale e radicato nella nostra psiche. Sembra che ogni cosa, dalla disposizione dei fiori nel centrotavola all’andata ad una spettacolo shakespeariano, alimenti lo stesso circuito edenico e, pertanto, scaturisca un’attività neuronica simile” (Mallgrave, 2015, p. 64).  


Non diversamente il biologo e divulgatore scientifico dell’Università di Firenze, Stefano Mancuso ci parla in questi termini: “Numerosi studi hanno dimostrato che in presenza di piante gli studenti sono più concentrati, cordiali, con livelli migliori di pressione sanguigna durante lo svolgimento dei compiti, più creativi e più calmi. Io stesso, ormai vent'anni fa, constatai in una scuola elementare che in presenza di piante i bambini erano in grado di risolvere un test di attenzione in tempi più brevi” (Mancuso, 2020). Naturalmente quello che vale per gli studenti vale anche per i docenti e per il loro locale.


Leggete questo articolo di Stefano Mancuso  da Repubblica.it 19 SETTEMBRE 2020


Scuola, oggi fa lezione un fiore. Perché le piante in aula aiutano gli studenti ad apprendere e a stare meglio 

Che la presenza delle piante nelle scuole sia di aiuto a studenti e insegnanti, oltre che semplice buon senso, è materia sulla quale negli ultimi anni la ricerca ha prodotto risultati strabilianti. Numerosi studi hanno dimostrato che in presenza di piante gli studenti sono più concentrati, cordiali, con livelli migliori di pressione sanguigna durante lo svolgimento dei compiti, più creativi e più calmi. Io stesso, ormai vent'anni fa, constatai in una scuola elementare che in presenza di piante i bambini erano in grado di risolvere un test di attenzione in tempi più brevi. Potrei continuare: gli effetti sulla qualità dell'aria che si respira in classe, la socialità fra i ragazzi, la percezione della natura, il rendimento scolastico e il comportamento degli studenti; non esistono che vantaggi ad avere piante nelle aule.


Qualche anno fa uno studio condotto in Norvegia mostrava che l'introduzione di un certo numero di piante nelle aule, in pochi mesi, aveva un effetto significativo sulla salute degli alunni: 47% di mal di testa in meno; un calo del 37% nel mal di gola; meno sintomi di raffreddore. Vi dice nulla? A me sembrerebbe qualcosa che, a un costo irrisorio (poche decine di euro per aula), potrebbe valere la pena provare in tempi di pandemia. E invece, con puntualità, anno dopo anno, le scuole di ogni ordine e grado, partendo dagli asili nido fino alle scuole di dottorato, rimangono immancabilmente e pervicacemente impermeabili alle piante.


Nulla di vegetale sembra essere autorizzato ad esistere nelle aule, nei corridoi, nelle biblioteche, nelle sale riunioni, negli studi di una qualsivoglia istituzione scolastica. Se non fosse che per poche, pallide piantine che con amorevoli sforzi qualcuno cerca clandestinamente di far crescere sui davanzali dei propri uffici, i nostri edifici scolastici sarebbero rigorosamente privi di piante.



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