Ascolto, silenzio, bellezza

Convegno Nazionale di Senza Zaino

Altamura 9-10-11 ottobre 2015

Alcune riflessioni 

L'ascolto, il silenzio, la bellezza sono valori intimamente collegati da un filo che se scoperto ci riconduce ad una radice autenticamente umana.  La bellezza si può riscoprire nel silenzio e nel fermarsi.  E' così possibile contemplare una musica, un quadro, una persona, un paesaggio.  E l'ascolto è condizione della bellezza e del silenzio e nel contempo sia l'una che l'altro  sono all'origine dell'ascolto medesimo.  L'iperstimolazione a cui siamo quotidianamente sottoposti genera disorientamento e quella  connessione tecnologica che ci accompagna e ci avvolge completamente ci fa correre il pericolo di toglierci quella capacità di vedere lontano e in profondo: rischia di lasciarci senza fiato, senza quella qualità tutta umana che ci consente di osservare perché  siamo in grado almeno per un momento di trarci fuori dal movimento continuo che caratterizza il contesto del nostro vivere.  Come conoscere il mondo esterno e interiore, senza fare spazio al silenzio e all'ascolto?  Come apprezzare la bellezza delle cose e delle persone senza questa attitudine al guardare distaccati, per cui viene ad essere valorizzata la distanza e  il distacco.  L'ascolto, il silenzio, la bellezza sono valori che ci immettono in una dinamica che è  anche un'educazione dei sensi che diventa educazione dell'anima.  La sovrastimolazione e il sovraeccitamento dei sensi a cui siamo sottoposti, paradossalmente ci fa perdere la sensibilità. Saper andare lentamente, ma anche saper fermarsi, praticare i modi e i luoghi del silenzio, per ascoltare sono qualità rare da ritrovare anche con i bambini e i ragazzi spesso resi più fragili proprio da questo ambiente ricco di opportunità e sollecitazioni che non riuscendo a decifrare, ad organizzare, a padroneggiare, finiscono per esserne prima avvolti e poi  travolti.  Il silenzio è condizione dell'ascolto ed è anche una dimensione che gli insegnanti dovrebbero  riscoprire per lasciare posto ad una conoscenza autentica dei loro allievi. La scuola non può essere essere immaginata solo come il luogo di performance misurabili, di tensione verso risultati, di attività irrefrenabile che non lascia spazio all'interiorità. Come ripensare l'educazione, come immaginare la scuola che tenga conto di tutto ciò?  Come riprogettare i tempi e i modi dell'attività d'aula, del lavoro quotidiano facendo posto alla bellezza, all'ascolto e al silenzio?

Marco Orsi

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