Universal design for Learning
La traduzione educativa dell'Universal Design (architettura) in UDL implica come sottolinea
Orkwis (1999, p. 1) “ Una progettazione di materiali e attività didattiche che
permettano il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento da soggetti con
un’ampia varietà di differenze nelle loro abilità di vedere, udire, parlare,
muoversi, leggere, scrivere, capire la lingua, partecipare, organizzare,
impegnarsi, e memorizzare” . In questa
prospettiva UDL prevede un’organizzazione dell’ambiente di apprendimento
fornito di una molteplicità di strumenti e mezzi di rappresentazione e
presentazione: tattili, visuali, uditivi proposti a vari livelli di complessità.
L’UDL si fonda su 3 principi molto vicini all’impostazione di Senza Zaino (AA. VV.
2013):
I
- Principio
1 – Fornire un’ampia varietà di mezzi di rappresentazione (il che cosa
dell’apprendimento). Gli studenti
differiscono nei modi di recepire e comprendere l’informazione. Ci sono alunni con difficoltà uditive o
visive ad esempio. Ma ci possono
essere alunni che prediligono, pur non avendo menomazioni, il canale
uditivo, e così via.
- Principio 2 – Fornire una molteplicità di mezzi di azione (il come dell’apprendimento). Bisogna allora tenere conto degli studenti che magari hanno handicap motori o difettano di capacità organizzative e sono iperattivi (DDAI), quelli che magari si esprimono meglio per scritto o che preferiscono costruire prodotti tridimensionali.
- Principio 3 . Fornire una serie diversificata di modi di impegnarsi (il perchè dell’apprendimento). Le motivazioni e gli interessi sono molteplici: si tratta di esplorare quei contorni che caratterizzano ciascuno studente per trovare la particolare via che può essere efficace.
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