Ti do una nota
di Marco ORSI
E’ il titolo del prossimo convegno della rete Senza
Zaino per una scuola comunità che si terrà (speriamo perché ancora non abbiamo la conferma ne le risorse
finanziarie) a Pisa il 26 maggio 2012
Ti do una nota si dice nella scuola tradizionale. E questo modo di dire allude al registro che
viene utilizzato per sanzionare il comportamento inadeguato, la cosiddetta
indisciplina. La nota viene data alle
elementari ma anche alle medie e alle superiori. Viene messa sul quaderno e a volte è richiesta
la firma dei genitori. Non è un affare
che riguarda l’alunno e il docente. Implica
anche terzi. In questo caso i genitori. Sì perché in tal modo tre adulti alleati potranno avere maggiore
effetto. La nota poi viene messa in
piazza: tutti i compagni sanno chi l’ha presa.
Ti do una nota ! grida
l’insegnante esasperato.
Ti do una
nota allora sottende la
struttura dualistica del prima e del poi.
Prima: “calmiamo le acque e poi possiamo navigare”. Che vuol dire prima troviamo i sistemi per
regolamentare e tenere la classe, poi finalmente possiamo insegnare: l’ordine è
stato instaurato. Tutti fermi, i corpi
anestetizzati, ognuno per conto suo. Ti do una nota dice in definitiva “non ho fiducia in
te” e dice anche che a scuola si è soli e che puoi essere stigmatizzato, emarginato,
messo alla berlina.
Eppure Ti do una nota potrebbe essere qualcosa di
diverso. Ti do per esempio il DO per iniziare a creare la tua
musica. Ti do una nota nel senso che ti porgo qualcosa di
bello: la possibilità di esprimere i tuoi talenti, la tua differenza. Una nota, che essendo musica e dunque arte,
incontra l’interezza, la globalità, della tua persona.
Ti do una nota nel senso ulteriore che ora la
responsabilità passa a te, è nelle tue mani: con quella nota puoi esprimerti,
puoi partire, svolgerti, creare una sinfonia. Ti do una nota non è più una minaccia ma un dono: è uno
stimolo, un’occasione che sta alla tua libertà e intelligenza accogliere e costruire.
E se ti do il LA allora si
capisce che è necessario l’accordo.
L’accordo tra note e strumenti che diventa accordo tra persone. Una nota che mette insieme – d’accordo
appunto - l’orchestra: differenti strumenti per un’unica musica. Persone diverse per un progetto comune.
Qualcosa di globale anche qui, che unisce e che per questo diventa straordinario. Ti do una nota allora dice non solo “ho fiducia in
te”, ma si fa anche invito a fare comunità.
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