Lettera ai docenti e ai dirigenti

Agosto 2010
Lettera agli insegnanti e ai dirigenti
Iniziare con Senza Zaino
Care insegnanti e cari insegnanti, care dirigenti e cari dirigenti,
L’anno passato abbiamo lavorato in modo particolare sugli inizi. Partire bene è essenziale in tutte le opere umane, ma soprattutto in quell’opera particolarmente importante che è l’educazione. Abbiamo capito che i primi 15 giorni sono decisivi. I messaggi verbali e non verbali e le strutture di comportamento che attiviamo inevitabilmente condizioneranno l’andamento scolastico. Per questo un grande filosofo del ‘900 Hans Jonas raccomandava di “sorvegliare sugli inizi”. Perciò vorrei soffermarmi su 4 aspetti cruciali dell’inizio: il celebrare, il conoscerci e il riconoscerci, l’impegnarci, il rimanere fedeli.

Iniziare.

Si può iniziare stancamente con la noia di chi ormai sa che tutto si ripeterà. Si può iniziare, invece, all’insegna della novità, di un futuro da inventare, di nuove cose da scoprire, di inedite esperienze da realizzare. Possiamo ad esempio, celebrare l’inizio di un’avventura. Il primo collegio dei docenti allora potrebbe lasciarsi alle spalle le formalità usuali ed essere dedicato ad una piccola festa – incontro per conoscerci e riconoscerci, ma anche per condividere i valori in cui crediamo e per darci l’un l’altro la forza per impegnarci e rimanere fedeli.
Anche il primo giorno di scuola ci chiama ad una celebrazione per il rinnovato incontro degli alunni tra di loro e con i propri insegnanti. E una particolare attenzione andrà ai nuovi venuti. Sono tante le idee che si possono mettere in campo per realizzare un evento memorabile.
Celebrare l’incontro presuppone i preparativi. Preparare i locali per l’accoglienza, ponendo particolare attenzione agli ambienti della classe. Preparare inoltre le idee e le proposte per le attività da fare con le bambine e i bambini e le ragazze e i ragazzi.

Il planning della scuola.

La festa iniziale è significativa se aiuta la partenza. Dicevamo dei primi 15 giorni. Le idee e le proposte di attività riguardano – ce lo diciamo ormai da tempo – due livelli: la scuola (il plesso) e la classe. Il planning della scuola serve come riferimento per tutti: esso prevede gli orari, le regole e le procedure, le attività della scuola, il funzionamento dei momenti comuni. Il planning suggerisce costantemente agli alunni e ai docenti che viviamo in una comunità più ampia della classe e che problemi e difficoltà, conquiste e risorse sono da condividere tra tutti. E’ la nostra idea di comunità che sta qui dentro. Che prima di tutto è comunità professionale. Saranno gli insegnanti con la loro capacità di scambiarsi le pratiche, i loro saperi, di progettare insieme, di far conoscere e mettere a disposizione le proprie competenze, di mettersi d’accordo su orari, spazi e regole, a dare nel concreto il messaggio agli alunni di come sia importante collaborare insieme, sapersi relazionare agli altri, stabilire un clima di fiducia reciproca e di armonia. Il planning va costruito con gli alunni magari coinvolgendoli in un’assemblea e va fatto conoscere ai genitori. Esso può essere riportato in modo sintetico su un cartellone messo all’ingresso e condensato in un documento alla portata di tutti.

I piani della classe (sezione)

I primi 15 giorni dovrebbero essere orientati all’impegnarci. E’ ciò dovrebbe essere chiaro fin dal primo giorno nel quale si può cominciare a presentare le proposte per l’anno scolastico. Quello che non si deve dimenticare è che le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi vengono a scuola non per giocare o per passare del tempo in allegria. Loro vengono per imparare, per imparare insieme agli altri. Per questo noi dobbiamo stabilire con loro i piani di lavoro e per il lavoro. Per far capire loro la differenza tra i due possiamo proprio soffermarci sulle due preposizioni di e per.
Un insegnante incaricato dal team docenti potrebbe presentare con cartelloni, schemi, disegni, power point, ecc., le proposte.

Il piano di lavoro

Il piano di lavoro riguarda il che cosa impariamo. Occorre illustrare alle alunne e agli alunni i contenuti, le attività, le esperienze che si intendono proporre, discutendo e chiarendo con loro i vari aspetti, lasciano aperti varchi per possibilità impreviste, accogliendo proposte coerenti. Le domande da cui partire sono: Cosa impareremo? Cosa hanno imparato le compagne e i compagni che hanno fatto la nostra sessa classe (sezione)? Che materie faremo? Come ci aspettiamo di essere cambiati alla fine dell’anno?
Inoltre è importante il con che cosa impariamo: Con quali strumenti, materiali didattici, spazi, aree? Con quali metodi (problem –solving, ricerca, tutoring, documentazione, progettazione, ecc.)? Naturalmente queste domande debbono essere riformulate tanto per i più piccoli della scuola dell’infanzia, quanto per i più grandi delle scuole medie.
Alla fine dei 15 giorni gli alunni e i docenti elaborano con le alunne e gli alunni un documento scritto e/o disegnato del piano che diventa la stella polare che guida il cammino. Ad esso ora tutti si impegnano ad esservi fedeli: docenti e alunni. Ricordiamo che elaborare insieme il piano di lavoro costituisce un momento assai motivante: suscita interesse e curiosità per le cose da imparare, predispone ciascuno a rendersi partecipe, responsabilizza i docenti e gli alunni a condividere sfide e impegni e, infine, è semz’altro uno strumento per i disturbi comportamentali come la sindrome DAII.

Il piano per il lavoro

Il piano per il lavoro concerne invece il come ci organizziamo. Esso contempla le regole e le procedure per far funzionare bene la vita della classe. Anche qui tante sono le domande a cui rispondere, pur essendo sempre opportuno iniziare con poche cose in modo da procedere gradualmente e lentamente. Come ci organizziamo per gli incarichi? Come organizziamo il lavoro in gruppo e in coppia? Come possiamo sviluppare il controllo della voce e il linguaggio non verbale? Come lavorare nelle varie aree della classe (sezione)? Come allestire i pannelli e i cartelloni? Come tenere in ordine il materiale e l’aula? Anche qui suggeriamo che i docenti presentino una proposta da discutere con le alunne e gli alunni con modalità efficaci (cartellone, power point). Anche per questo piano è necessario passare alla fase della sua oggettualizzazione in un documento, magari sintetizzato in un cartellone. Come sempre proponiamo che l’attenzione si sposti dalle regole alle procedure.
Alla fine dei 15 giorni si potrebbe ancora celebrare l’avvenuta stesura dei due documenti relativi ai piani e fare un incontro con i genitori nel quale esso viene ufficialmente presentato. Il celebrare ancora una volta diventa impegno più forte per tutti ad essere fedeli a quanto abbiamo condiviso.

Per tutto l’anno

Se riusciamo a organizzare bene l’inizio, se i primi 15 giorni saranno contrassegnati da valori positivi che ci siamo dati della responsabilità, della ospitalità e della comunità, se effettivamente siamo stati in grado di realizzare una partecipazione indipendente delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, allora sarà molto più facile, entusiasmante e coinvolgente, percorrere il cammino dell’anno scolastico. Sarà più facile che le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi prendano in mano l’iniziativa, si sentano sul serio proprietari del proprio apprendimento, si assumano in autonomia la responsabilità del percorso facendo sì che noi adulti possiamo contare non su persone che dipendono, ma su soggetti attivi, protagonisti e autonomi.
Una caro augurio e… buon inizio..
Marco Orsi
Agosto 2010
Sul sito potete trovare materiale sul planning e sui primi giorni di scuola, nonché il programma di un breve corso di formazione che si terrà a Lucca dal titolo “Senza Zaino per chi inizia” (curato da Manuela Salani).

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